IL CARBONCINO E LA SANGUIGNA

Strumento

Il carboncino, che si ottiene con rametti di legno carbonizzato, si può trovare in forma di polvere di carboncino, carboncino pressato in un parallelepipedo stretto e lungo (il cosiddetto quadrato), e matita a carboncino. Il carboncino pressato, ottenuto da polvere di carboncino unita ad un legante, si usa come una grossa matita. Le matite di carboncino, costituite da carboncino pressato inserito in un cilindretto di legno, consentono, per la loro maneggevolezza, di fare disegni piccoli e precisi. La sanguigna, è formato da un impasto di argilla ferruginosa di colore rossiccio. Si trova anche sotto forma di matita o di quadrati.

Tecnica

L’uso del carboncino è simile a quello della matita, ma richiede l’utilizzo di una gomma-pane e di un fissativo (resina mista ad alcool). La gomma-pane è utile non solo per correggere eventuali errori, ma anche per schiarire alcune parti del disegno, rendendole più luminose e brillanti. Le particelle di carboncino non penetrano facilmente nella carta e quindi tendono a staccarsi, alterando il segno appena tracciato: quindi è consigliabile usare un fissativo, che può essere applicato con un nebulizzatore o con una bomboletta spray o anche con la lacca per capelli. Il carboncino può essere utilizzato per tracciare rapidi schizzi sulla tela, preparatori di pittura a olio o a colori acrilici, o per eseguire disegni in cui è importante ottenere effetti chiaroscurali. Alcuni artisti usano il carboncino accostandolo ad altre tecniche, come i pastelli, le matite di grafite, l’acquerello, ecc. L’utilizzo della sanguigna è simile a quella del carboncino. Per le caratteristiche del suo segno, ricco di sfumature di tono variabile più o meno scuro, è preferita dagli artisti che ricercano effetti morbidi e pittorici.

Storia

Il carboncino è il più antico strumento per disegnare usato dall’uomo, ma le opere più remote realizzate con questa tecnica non ci sono pervenute a causa della loro facile deteriorabilità. Fino al Rinascimento il carboncino viene usato per i disegni preparatori degli affreschi, insieme alla sanguigna: quest’ultima molto adatta a creare effetti di chiaroscuro e di volume, era ampiamente utilizzata dagli artisti del Quattro e Cinquecento. Il carboncino, invece, viene impiegato, dal Rinascimento in poi, per gli studi dei dipinti a olio e per tracciare il disegno direttamente sulla tela.

Mario Sironi, Cerere, carboncino su carta intelaiata, 1912, Roma, Collezione privata.

Francesco Salviati, Testa di giovane con berretto, sanguigna, 26×21 cm, 1779, Parigi, Museo del Louvre.

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