Cos’è l’arte

Il significato della parola «arte» non è definibile in maniera univoca ed assoluta. La sua definizione è variata nel passaggio da un periodo storico ad un altro e da una cultura ad un’altra. Tuttavia, pur nelle diverse connotazioni finora date al concetto di «arte», scegliamo alcune caratteristiche che possiamo ritenere costanti:

  1. «arte» è il prodotto della creazione umana.
  2. non tutta la produzione umana è «artistica», ma solo quella che ha una qualità superiore.

Per capire le due affermazioni precedenti, consideriamo la realtà. Essa è formata da cose prodotte dalla natura (rocce, acqua, alberi, ecc.), che definiamo «naturali», e cose prodotte dall’uomo (case, telefoni, automobili, ecc.), che definiamo «artificiali». Quindi tutto ciò che l’uomo produce rientra in una categoria distinta. In questa grande categoria dell’«artificiale» rientra anche quella parte della produzione umana che definiamo «arte». Ma l’arte non si definisce perché produce quadri e non automobili, ma perché produce qualcosa di migliore rispetto alla media. Un quadro può essere un’opera d’arte (ma può anche non esserlo) così come anche un’automobile può essere un’opera d’arte. In ogni settore dell’attività umana vi è un top di eccellenza i cui prodotti rappresentano, in quel settore, delle opere d’arte. Facciamo un altro esempio: costruire tavoli non è un’attività con finalità propriamente artistiche, tuttavia anche in questa attività l’uomo può dare il meglio di sé, scegliendo materiali migliori, progettando una forma diversa, eseguendo con maggior cura la realizzazione del manufatto. Ciò che verrà fuori sarà un tavolo migliore degli altri, e che non è improbabile possa anche finire in un museo.

Quindi, ricorrendo ad un semplice grafico, quale quello riprodotto in figura, l’arte è la partizione orizzontale, e non verticale, che si colloca al livello superiore delle cose artificiali, ed è comune a tutte le attività umane.

Per recuperare il significato che tradizionalmente attribuiamo alla parola «arte», dobbiamo effettuare un’altra considerazione. Tra le attività umane ve ne sono alcune con finalità spiccatamente utilitaristiche (le attività industriali in genere), altre con finalità spiccatamente espressive (letteratura, teatro, cinema, pittura, danza, ecc.). Queste ultime possono avere finalità diversissime (poetiche, ludiche, propagandistiche, conoscitive, ecc.) ma hanno tutte in comune un tratto saliente: operano sui mezzi di comunicazione, ovvero sui linguaggi che permettono la comunicazione tra gli esseri umani.

Quando si parla di linguaggi si entra in un territorio di enorme complessità, tuttavia è intuitivo e per nulla complesso comprendere come la comunicazione possa utilizzare linguaggi tra loro molto diversi. Alcuni linguaggi utilizzano le parole, altre i suoni, altre le immagini, altre le forme, altre i gesti e i movimenti. I linguaggi di sole parole generano la letteratura e la poesia. I linguaggi di soli suoni generano la musica. I linguaggi di sola gestualità generano le arti mimiche. I linguaggi di gestualità e di musica generano la danza. E così via. I linguaggi che utilizzano le forme e le immagini generano quelle arti che noi definiamo «visive».

In realtà quando si usa la parola «arte», nella maggioranza dei casi si intende quella «visiva», anche se non viene specificato. Tuttavia questa è una semplificazione che può generare qualche errore, facendo ritenere che è artistica solo quell’attività che produce quadri o sculture, ma ciò, per quanto finora detto, non è assolutamente vero. Quindi, per maggior precisione, è il caso di ricordare che quella che noi studieremo non è «tutta» la storia dell’arte, ma solo la storia delle arti visive.

Concludendo quando abbiamo detto, possiamo trarre alcune semplici considerazioni. Un albero non può essere un’opera d’arte: non è stato fatto dall’uomo e quindi non rientra nell’insieme delle cose artificiali (alcuni studenti mi hanno chiesto se un bonsai può essere considerato un’opera d’arte: in questo caso sì). Un quadro non è un’opera d’arte: lo è solo un quadro fatto bene.

Ma come si fa a capire, o decidere, quando un quadro o una scultura, è un’opera d’arte? Questo è il grande problema che rende affascinante lo studio della storia dell’arte. Non esiste una risposta univoca o un metodo infallibile per stabilire cosa è «arte». In questo problema rientrano capacità di giudizio e di valutazione molto variabili da individuo ad individuo e da epoca ad epoca. Diciamo, in senso generico, che la valutazione di ciò che è «arte» deriva sempre da una operazione di tipo storico-critica. Non esistono leggi che stabiliscono che Picasso può essere considerato un’artista ma non può essere considerato tale il mio dirimpettaio che pure si diverte a dipingere tele. È solo la storia e la critica che ci danno gli strumenti (o le motivazioni) per decidere quale pittore può essere considerato un artista e quale no.

 

 

 

 

 

 

 

 

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