Cos’è l’opera d’arte

Un’opera d’arte si può scindere in tre parti fondamentali:

  • il soggetto
  • la forma
  • il contenuto.

In sintesi, il soggetto è il tema che l’opera affronta. La forma è la parte visibile e tattile di un’opera. Il contenuto è ciò che un’opera comunica.

Bisogna fare attenzione a come vengono adottati questi termini, in quanto non vi è molta uniformità. In un suo recente libro (Capire l’arte, ed. Mondadori, 1999), Stefano Zecchi usa i termini «forma» «contenuto» «espressione» indicando con il primo termine ciò che anche io definisco «forma», con il secondo termine ciò che io chiamo «soggetto» e con il terzo termine ciò che io indico come «contenuto».

Anche uno dei maggiori storici dell’arte del Novecento, Erwin Panofsky, in un suo celebre saggio dal titolo «Iconografia e iconologia», definisce l’interpretazione dell’opera d’arte su tre parametri fondamentali che egli definisce: 1) soggetto primario (o preiconografico), 2) soggetto secondario (o iconografico), 3) significato intrinseco (o contenuto). In pratica il soggetto primario è ciò che io chiamo «forma», il soggetto secondario è ciò che io ho definito «soggetto» e il significato intrinseco è quanto io indico con «contenuto».

Chiarito questo aspetto linguistico, cerchiamo di capire meglio la differenza tra i tre aspetti dell’opera d’arte.

Il soggetto è il pretesto dal quale nasce l’opera d’arte. Se in una chiesa dedicata a Santa Lucia serve un’immagine che raffiguri questa santa, è ovvio che il soggetto riguarderà un episodio della sua vita o del suo martirio. In pratica il soggetto è ciò che si vuole rappresentare.

La forma comprende tutte le scelte stilistiche che un artista compie nell’eseguire la sua opera. Potrà scegliere uno stile semplicemente illustrativo, uno molto più riccamente decorato, potrà usare colori forti e accesi, o viceversa colori deboli e spenti, e così via. Le scelte formali che un artista compie sono praticamente illimitate, e portano a risultati formali sempre diversi.

Il contenuto è quello che un’opera ci comunica. Ritornando all’esempio riferito ad un episodio della vita di Santa Lucia, l’opera può comunicarci senso di dolore, sentimenti mistici, fiducia nella Giustizia Divina, e così via. Ma un’opera ci comunica anche come l’artista, i suoi committenti, e più generalmente la società in cui vivevano, si rapportavano ad un problema specifico.

Per essere più precisi, il contenuto di un’opera d’arte non è mai unico, ma può a sua volta essere diviso in tre contenuti fondamentali:

  • i contenuti diretti
  • i contenuti indiretti
  • i contenuti interpretativi

I contenuti diretti sono quelli che volontariamente l’artista e i suoi committenti hanno voluto comunicarci con la realizzazione dell’opera.

I contenuti indiretti sono quelli che deduciamo dall’opera e che l’artista è riuscito involontariamente a comunicarci circa il pensiero e la cultura del suo tempo.

I contenuti interpretativi sono quelli che si vengono a stratificare su un’opera grazie alla letteratura storico-critica che si è succeduta nel tempo.

Benché una recente tradizione critica, che ha avuto molta fortuna in Italia nel Novecento, abbia privilegiato i contenuti diretti nella interpretazione e valutazione di un’opera, bisogna tener presente che spesso sono proprio i contenuti indiretti quelli che rendono interessante un’opera d’arte.

 

 

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