IL GRAFFITO

La tecnica del graffito (grattaggio) è un particolare utilizzo dei pastelli a cera e si può ottenere in due modi. Per primo, più semplice, si traccia il disegno a matita (solo il contorno) e si copre con uno strato ben calcato di colore a cera chiaro (es. il giallo). Per non perdere di vista il disegno preparatorio, devi poi incidere, là dove traspare il disegno, lo strato di colore a cera utilizzando una biro scarica o un punteruolo. Si ricopre tutto il foglio con un secondo strato di pastello a cera scuro (es. il nero). La traccia incisa, a stesura finita, sarà una guida per il lavoro di asportazione del pastello. Poi grattando lo strato nero con raschietti, lame o punte di vario tipo per completare, con parti chiare, la traccia iniziale. Bisogna stendere in modo uniforme gli strati di colore. Per il secondo sistema si realizza un disegno semplice, con pochi particolari, e si colora con pastelli a cera di colore chiari. La parte che si vuol ottenere neri si lascia scoperta; si ricopre tutto il foglio di pastello a cera nero, e si raschia la superficie con una lametta o un raschietto: riapparirà il disegno completato nelle parti scure.

Storia

Nel Rinascimento il pastello viene utilizzato con funzione subordinata e serve per rifinire i ritratti eseguiti con altre tecniche grafiche. È nel Settecento, però che la tecnica del pastello incontra notevole fortuna, per merito soprattutto di Rosalba Carriera di Maurice Quentin de Latour e altri artisti. Esso viene adoperato specialmente per l’esecuzione di ritratti, che con il loro aspetto arioso e leggero ben si adattano al gusto raffinato dell’epoca. In tempi più recenti opere a pastello di eccellenti qualità artistica eseguono gli Impressionisti in particolare Auguste Renoir, Édouard Manet, Edgar Degas, Camille Pissarro, Alfred Sisley.

 Graffito rupestre sullo Skavberg in Norvegia.

 Incisione rupestre, V millennio a.C., Valcamonica (Brescia)



 Antico graffito egizio su pietra, con incisioni cristiane successive

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