L’ALTORILIEVO

Altare di Pergamo: Atena e Alcioneo, particolare della Gigantomachia

sul lato orientale del Grande Fregio

L’altorilievo è una via di mezzo tra il tutto tondo e il basso rilievo.
Le figure, appoggiate su un fondo, non solo visibili per intero, ma solo frontalmente e lateralmente, ma si staccano dal fondo per circa il 70/80 per cento, quindi, a differenza del bassorilievo, in modo molto più netto. Per profondità, si avvicina al tutto tondo, in quanto la sporgenza dei volumi è molto accentuata e ci possono essere parti, che si staccano completamente dal fondo, come ad esempio alcune parti della figura umana, come braccia o gambe. L’altorilievo, è una scultura quasi tridimensionale e che quindi esprime una grande plasticità, anche se ancorata e sporgente rispetto alla base. Sostanzialmente la differenza tra bassorilievo e altorilievo, sta nella sporgenza volumetrica delle figure dal fondo. Tecnica scultorea in cui le figure modellate sporgono, rispetto alla linea del piano di fondo, per circa tre quarti del loro spessore o con parti a tutto tondo. Nell’altorilievo le forme, subordinate alla superficie di fondo, sono riprodotte senza particolari alterazioni proporzionali o schiacciamento.
I primi esempi di altorilievo risalgono all’arte egizia, ma lo sviluppo di questo genere di arte avviene, in realtà, presso i greci. Uno dei massimi capolavori realizzati in altorilievo è il fregio ellenistico, con scene di gigantomachia, dell’Ara di Pergamo (II secolo a.C.). La tecnica dell’altorilievo si diffonde poi anche in ambito etrusco e romano. Nei grandi rilievi di soggetto imperiale si trovano spesso figure, o parti di esse, modellate senza riduzione di profondità (ad esempio la parata di cavalleria sulla base della colonna di Antonino Pio, II secolo d.C.). L’altorilievo è comune anche sulle pareti dei sarcofaghi (sarcofago) paleocristiani del IV e V secolo. Poco impiegato in epoca bizantina e in età barbarica, ricompare nella scultura romanica d’oltralpe e italiana. Fra gli scultori che impiegarono l’altorilievo si devono menzionare Nicola e Giovanni Pisano (pannelli del Pergamo del duomo di Siena, 1265-1269, e del duomo di Pisa, 1302-1310).
L’utilizzo dell’altorilievo è correlato, dal punto di vista storico, alla scoperta delle tre dimensioni, allo studio dell’anatomia umana nonché al rispetto delle regole della visione ottica. Non a caso, uno dei momenti più fertili dell’altorilievo corrisponde al Rinascimento. Nel XVII secolo l’altorilievo è impiegato, in maniera più pittorica e con una certa riduzione prospettica, dagli scultori barocchi (D. Guidi, altare maggiore, chiesa di Sant’Agnese in Agone a Roma). Scarsamente adottato in epoca neoclassica, l’altorilievo riappare, nel corso del XIX secolo, nella scultura romantica (Porta dell’Inferno di F.A.R. Rodin per il Musée des Arts Décoratifs di Parigi).

Pulpito del Duomo di Siena, Nicola Pisano e Giovanni Pisano,

1265-1268, Marmo di Carrara, Duomo, Siena

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